"Volevo ringraziare tutte le schizzate di unto che ho fatto nel mio passato per arrivare a conquistare questo importante traguardo"
Cronache di una Vittoria Epica e leggendaria:
Ascoltate, o abitanti del villaggio e genti del mondo intero, la saga incredibile, la narrazione senza pari, del giorno in cui l'oscurità fu sconfitta… o almeno, l'ignoranza culinaria fu messa al tappeto!
Ieri sera, mentre la luce fioca del proiettore illuminava l'arena del quiz del villaggio vacanza dove sto soggiornando con i miei figli, una battaglia epica si svolgeva, non con spade e scudi, ma con domande a scelta multipla e un'ansia crescente da "qual è il piatto tipico di Pechino?".
Sì, miei prodi, parlo del Quiz Culinario del villaggio, una prova di ingegno e conoscenza gastronomica che ha visto ben 144 anime coraggiose scendere in campo, armate di smartphone e una sete insaziabile di vittoria (e probabilmente di spritz).
E tra questa folla brulicante di presunti chef e semplici buongustai (con un occhio sempre fisso al buffet), c'era lui. Il sottoscritto. Non un eroe muscoloso, non un saggio barbuto, ma un umile mortale con una improbabile conoscenza sorprendentemente profonda sui tempi di cottura dell'uovo sodo, sullo scamone e sulle differenze tra la besciamella e la crema pasticcera.
Le domande volavano come frecce avvelenate: "Quali sono gli ingredienti della mitica pasta con le sarde?", "qual è il nome alternativo della cotoletta alla milanese?", "come si cucinano i nachos? E i ravioli cinesi?"
Ogni risposta corretta era un piccolo passo verso la gloria, ogni errore un sussulto al cuore e un'occhiata furtiva al vicino per vedere se anche lui aveva sbagliato (e di solito sì).
Mentre i contendenti faticavano a rispondere correttamente e cadevano come mosche (o, più appropriatamente, come soufflé mal riusciti), io resistevo.
Non senza qualche incertezza, intendiamoci. Ci sono stati momenti di puro terrore, come quando è arrivata la domanda sulla pasta alla carrettiera.
Ho sudato freddo, ho rivisto la mia intera esistenza culinaria passarmi davanti agli occhi, ma alla fine, con un colpo di genio (o di fortuna sfacciata), ho azzeccato la risposta.
E così, domanda dopo domanda, tra "A", "B", "C" e la tentazione irresistibile di scegliere sempre la risposta più dettagliata" (di solito nei test è quasi sempre quella giusta), sono arrivato alla ventesima e ultima domanda.
Il silenzio nell'arena era così denso che si poteva tagliare con un coltello da chef ben affilato. Le luci dei cellulari brillavano come stelle cadenti, o forse erano solo i riflessi sui bicchieri di chi ormai aveva perso le speranze e si dedicava al bicchiere.
E poi, la classifica...in ordine decrescente.
Ovviamente i miei poveri occhi da chef consumato non mi permettevano di vedere il mio nome tra quelli che scorrevano nella classifica finale, fino ad arrivare ai primi 10.
Poi i primi 5 e il mio nome ancora non era conoarso.
Poi i primi due e finalmente eccomi li, in finale a giocarmi la vittoria con un altro povero concorrente ignaro della sua imminente delusione...e poi, finalmente il verdetto.
La voce del capo animatore/presentatore, possente come un uragano, ha risuonato nell'aria: "Il vincitore... Ottenendo il punteggio più alto con 18 risposte esatte su 20... è... IL QUIZMASTER SUPREMO DEL FORNELLO!" (Ok, non ha detto esattamente così, ma nella mia mente è risuinato più o meno in questo modo...)
ilPess!!!!!
Sì, miei cari, ero io. Il campione incontrastato. L'unico sopravvissuto al massacro culinario. Ho alzato il pugno al cielo, non per arroganza, ma per pura e semplice gioia di non aver fatto una figuraccia.
Sono sceso trionfante dall' arena per raggiungere il capo animatore tra una moltitudine di applausi, per ricevere una breve intervista e per ritirare ovviamente il premio del vincitore.
Quale premio ti starai chiedendo?
Un buono per una pizza gratis alla pizzeria del villaggio e, cosa più importante, la consapevolezza di aver dimostrato che la mia conoscenza della cucina non si limita a saper scaldare una pizza surgelata.
Quindi, la prossima volta che vi incontrerò al mercato, non esitate a farmi domande sul metodo perfetto per fare il brodo o sulla differenza tra un risotto alla milanese e uno alla pescatora. Perché, come ho imparato ieri sera, la conoscenza è potere. Soprattutto quando c'è di mezzo il cibo.
La lezione che indirettamente ho cercato di fare apprendere a tutti i miei sfidanti e più in generale a tutti i vacanzieri ospiti del villaggio è che un cialtrone vero quando vede la possibilità di scroccare una pizza non fa sconti a nessuno per emergere e battere la concorrenza.
E ora, se volete scusarmi, credo di essermi meritato un po' di relax, dopotutto, anche i campioni hanno bisogno di riposo. 😜
Capitan Pess
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