L'estate sta finendo. I ragazzi, con i piedi ancora sporchi di sabbia e il ricordo di notti passate a ridere, si preparano a varcare le porte della scuola. Ma non è solo un ritorno ai banchi, è un vero e proprio passaggio.
La frase che mi risuona in testa in questi giorni è: “L'azione più del pensiero è la spada del giovane guerriero che, reduce da un lunghissimo periodo di addestramento protetto e controllato, ora per la prima volta affronta la realtà da solo; ed è ora di complicarsi la vita...”
Per anni, li abbiamo visti crescere in una sorta di "addestramento protetto". Compiti, lezioni, esami... tutto all'interno di un sistema strutturato, con noi genitori sempre pronti a proteggerli, educarli e a indirizzarli. Era un po' come un'esercitazione in una palestra sicura, dove si imparavano le tecniche e le strategie. Ma ora, i nostri ragazzi non sono più solo allievi. Anno dopo anno stanno diventando guerrieri. E la loro arma non è più il "pensiero", la teoria, ma l'azione.
Ogni scelta che faranno, ogni amicizia che coltiveranno, ogni difficoltà che supereranno (o non supereranno) sarà un'azione concreta che plasmerà il loro futuro. E questo processo, per quanto spaventi noi genitori, è fondamentale.
Perché "complicarsi la vita"?
Sembra un controsenso, vero? Abbiamo sempre cercato di semplificare la loro strada, di eliminare gli ostacoli. Eppure, le battaglie più importanti si vincono solo affrontando le complessità.
- Sbagliare è imparare: Solo agendo in autonomia i nostri ragazzi impareranno a rialzarsi dopo una caduta. Non possiamo sempre essere lì a spianare la strada. Lasciamo che facciano scelte sbagliate, che litighino con gli amici, che non superino un compito: è proprio in questi momenti che si costruisce la resilienza.
- La vita vera è fuori dal manuale: A scuola si impara la matematica e la storia, ma la vita è fatta di relazioni, di emozioni, di imprevisti. "Complicarsi la vita" significa affrontare la complessità delle dinamiche sociali e personali, sviluppando l'empatia e la maturità.
- L'autonomia è una conquista: Incoraggiamoli a prendere decisioni in autonomia. A scegliere il loro percorso di studi, a gestire il loro tempo, a risolvere i loro problemi. Questo li renderà responsabili e li preparerà per le sfide future.
Il nostro ruolo: Da scudo a faro
Il nostro ruolo non è più quello di proteggerli con uno scudo, ma di essere un faro. Dobbiamo essere un punto di riferimento sicuro, un porto in cui tornare in caso di tempesta, ma non un'ancora che li tiene fermi.
Lasciamoli sperimentare, lasciamoli osare, lasciamoli sbagliare. La scuola che sta per iniziare è un vero campo di battaglia, dove dovranno usare la loro spada, l'azione, per scrivere il proprio destino.
Siamo pronti a vederli crescere? A vederli "complicarsi la vita" per diventare le persone straordinarie che sono destinate a essere? Io credo di sì. E il loro ritorno a scuola non è solo un nuovo anno, ma l'inizio di una grande avventura.
Capitan Pess
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