Un discorso sul fare discorsi
Venerdì 18 luglio 2025, il Teatro Menotti di Milano, incastonato nella storica cornice della biblioteca Sormani, ha aperto le sue porte a un evento che ha promesso e mantenuto una vera e propria celebrazione della parola: lo spettacolo di Roberto Mercadini, intitolato "La bellezza delle parole".
Ovviamente io e Eleonora non potevamo mancare dal momento che era uno dei pochi spettacoli di Mercadini ancora mancante nella nostra personale collezione.
Roberto Mercadini, ormai noto al grande pubblico per la sua capacità di tessere narrazioni che spaziano tra la storia, la scienza, la filosofia e la letteratura, ha offerto al pubblico una serata indimenticabile. Non si è trattato di un semplice monologo, ma di un vero e proprio viaggio attraverso il potere evocativo, la storia e la profondità del linguaggio.
Con la sua consueta maestria, fatta di una mimica espressiva e una voce che sa modularsi in mille sfumature, Mercadini ha guidato gli spettatori attraverso aneddoti curiosi, etimologie sorprendenti e riflessioni acute sulla capacità delle parole di plasmare la nostra realtà, di esprimere l'ineffabile e di connettere le persone. Ha dimostrato come ogni termine porti con sé un bagaglio di storia e significato, spesso sconosciuto, che rivela la ricchezza inaudita della nostra lingua.
Il pubblico, attento e partecipe, è stato catturato fin dal primo istante. Si sono susseguiti momenti di ilarità, di profonda riflessione e di pura meraviglia, il tutto orchestrato con il ritmo inconfondibile di Mercadini. La sua abilità nel passare da argomenti leggeri a concetti complessi con una naturalezza disarmante è ciò che rende ogni sua performance un'esperienza unica.
"La bellezza delle parole" non è stato solo uno spettacolo, ma un invito a riscoprire l'amore per la lingua, a soffermarsi sul significato profondo di ciò che diciamo e ascoltiamo, e a riconoscere il valore intrinseco di ogni singola parola. In un'epoca in cui la comunicazione è spesso ridotta all'essenziale e all'istantaneo, Mercadini ci ricorda l'importanza di fermarsi, di ascoltare e di apprezzare la complessità e la meraviglia del linguaggio.
Al termine della serata, tra applausi scroscianti, il pubblico ha lasciato il Teatro Menotti con la consapevolezza di aver assistito a qualcosa di più di un semplice spettacolo: un'esperienza che ha nutrito la mente e lo spirito, e che ha riacceso la passione per la bellezza intrinseca delle parole.
E poi, ovviamente, la firma sul libro e i saluti finali con quattro chiacchiere veloci...
Capitan Pess
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