LA CONSAPEVOLEZZA: UN VIAGGIO CHE CI TRASFORMA TRA "FARE" ED "ESSERE"

C'è un momento nella vita in cui smetti di andare alla deriva e inizi a navigare. 

Non è un momento scandito dall'età, ma da una profonda presa di coscienza, un'epifania interiore che ti fa capire che non basta "fare" le cose, ma che è fondamentale "essere" ciò che si è destinati a essere. Questo è il viaggio della consapevolezza, e sebbene nel mio personalissimo percorso credo di essere partito in ritardo, ho avuto la fortuna di accelerare il passo per trovare la mia vera dimensione.

​Per anni, come molti, ho vissuto la vita guidato da una specie di pilota automatico. Facevo le cose perché "si dovevano fare", o perché mi sembravano la scelta più logica. Studiavo, lavoravo, mi dedicavo a hobby, sport e relazioni, ma senza un vero senso di direzione. Ero intrappolato in una mentalità del "fare", convinto che la quantità di cose che riuscivo a completare determinasse il mio valore.

​Ma poi, a un certo punto, ho avuto la lucidità e la consapevolezza di fermarmi e di pormi le domande più importanti:

  • Chi sono davvero?
  • Cosa voglio fare della mia vita?
  • Chi voglio diventare?

​Non è stato facile. Queste domande scavano in profondità, obbligandoti a confrontarti con le tue paure, le tue insicurezze, con i tuoi sogni più audaci ma soprattutto con la realtà che ti sei costruito fino a quel momento.

Molte persone evitano questo confronto interiore, preferendo la comodità della superficialità. 

Ma io ho deciso di affrontare la tempesta. Ho capito che il vero coraggio non sta nel non avere paura, ma nell'agire nonostante la paura e io, certamente, ne avevo molta.

​La ricompensa però è stata immensa. Mettermi in gioco mi ha permesso di sbloccare il mio potenziale. Ho smesso di investire tempo ed energia in cose che non mi riempivano davvero e ho iniziato a concentrarmi su ciò che mi rendeva felice e realizzato. Ho trovato una direzione, un senso di scopo che ha reso ogni sforzo non un peso, ma un investimento sul mio futuro.


La vita in superficie: un vuoto mascherato

​Vedo molte persone che non hanno avuto la mia stessa opportunità o il mio stesso coraggio. Persone che, mancando di una base solida di consapevolezza, riempiono la loro vita solo in superficie. Lo fanno con una frenesia che sembra quasi disperata: cene fuori sempre più spesso, la necessità di stare sempre con qualcuno per evitare la solitudine, weekend in giro per il mondo, shopping compulsivo, ripetuti post sui vari social o persino il continuo bisogno di una nuova relazione. 

Sono tutte cose meravigliose, se fatte con equilibrio e un senso di scopo, di gioia e di visione, ma diventano una prigione quando servono a mascherare un vuoto interiore. Sono come una casa senza fondamenta, decorata con mobili e accessori fantastici ma destinata a crollare al primo vento forte.

La consapevolezza non è un lusso, è una necessità. Senza di essa, le persone passano la vita a inseguire l'effimero, convinte che la felicità si trovi negli oggetti o nelle esperienze superficiali come il consenso degli altri.

Alcuni non la raggiungeranno mai, altri, pur avendone un barlume, non trovano il coraggio o le energie per "far saltare il banco" e rimettersi in gioco. Preferiscono la comfort zone dell'insoddisfazione, piuttosto che il rischio di una trasformazione.


Un viaggio senza rimpianti

​Oggi ad esempio guardo mio figlio e vedo in lui una scintilla che io non avevo alla sua età. A soli 16 anni, sembra già molto più avanti nel suo viaggio della consapevolezza. Ha una chiarezza d'intenti e una maturità che mi riempiono di orgoglio e di felicità e che mi fanno ben sperare che questo suo precoce viaggio gli permetta di trovare al più presto la sua dimensione, evitando i ritardi, le deviazioni, le difficoltà e le incertezze che ho dovuto affrontare io.

​Certo, se potessi tornare indietro, farei delle scelte diverse. Vorrei aver avuto la lucidità di scoprire prima la bellezza del saper pardoneggiare una chitarra elettrica, oppure avrei iniziato prima le mie gare OCR e mi sarei dedicato di più alla magia, tutte passioni che ho scoperto solo successivamente con il passare degli anni. Ma non rimpiango il tempo passato. Ho semplicemente investito la mia energia in modi che non erano pienamente allineati con ciò che sono oggi e va bene così.

​La consapevolezza è la chiave. È la bussola che ti guida attraverso la nebbia della vita. Non è mai troppo tardi per iniziare questo viaggio, ma prima lo fai, più ti avvicini a una vita autentica e appagante e più ti avvicini alla tua vera essenza.

Cerca di rimanere aperto alle nuove esperienze, inizia ponendoti le domande giuste, abbi il coraggio di esplorare le risposte e preparati a scoprire la versione migliore di te stesso.

L'augurio che rivolgo a tutti noi è quello di assumerci le nostre responsabilità, invece di evitarle; siamo noi i protagonisti delle nostre vite.

Armiamo la nostra anima con un sano spirito di avventura e in qualunque momento o fase della vita in cui ci troviamo, iniziamo ora il nostro percorso. Prendiamoci la responsabilità di guidare la nostra vita perché può essere un viaggio divertente e meraviglioso ma sta a noi prenderne il timone e impostare la rotta.


Capitan Pess












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