Negli ultimi giorni mi è capitato di ripetere per due volte lo stesso pensiero.
La prima di queste è stata durante uno spettacolo;
Mi sono soffermato un attimo a riflettere su come alcuni applausi vengano indotti quasi automaticamente dai protagonisti a volte anche solo con delle piccolissime pause.
In quel momento mi sono chiesto: "ma se non ci fosse stata questa microscopica induzione, quasi neanche percepita, avrei comunque applaudito"? Probabilmente no ma sta di fatto che in quel momento tutta la sala si è lasciata andare in un lungo e "spontaneo" applauso...
Mi è sembrato di far parte di un rituale e in automatico ho associato lo stesso comportamento a quello che succede nelle messe dove il prete "comanda" e i fedeli eseguono e al comando "preghiamo" la sala si alza in piedi all'unisono e prega...ormai è un automatismo.
La seconda volta in questi giorni che ho avuto lo stesso pensiero è stata durante i balli di gruppo nel villaggio turistico dove ho trascorso le vacanze.
Movimenti precisi eseguiti da tutti nello stesso medesimo modo e momento, senza possibilità di improvvisare o di uscire dallo schema o se vogliamo, dal "rituale".
Hai mai notato come a volte ci troviamo a fare la stessa cosa, nello stesso momento, insieme a decine o centinaia di altre persone? Pensaci un attimo: un applauso scrosciante in teatro, i passi coreografici di un ballo di gruppo, dove ognuno si muove in perfetta armonia con gli altri; o i riti e i canti in una messa, che scandiscono il tempo per l'intera funzione.
Cosa hanno in comune queste scene, apparentemente così diverse? A prima vista, sembrano mondi distanti, eppure c'è un filo invisibile che li lega, un principio fondamentale dell'esperienza umana: la sincronizzazione di gruppo.
Non è solo una coincidenza. Dal punto di vista sociale e psicologico, queste attività sono potenti meccanismi di connessione.
Il Ritmo che Ci Unisce
In ogni ballo di gruppo, è la musica a dare il ritmo e i movimenti prestabiliti a scandire il "rituale". In una messa, sono i gesti liturgici e le parole a dettare la cadenza. E in un applauso a comando, è il segnale non verbale – un cenno, uno sguardo, l'inizio dell'azione di chi ci precede – a dare il via. In tutti i casi, c'è una guida, un metronomo invisibile che assicura che tutti si muovano all'unisono. Questo ritmo condiviso non è solo funzionale, è anche profondamente emotivo. Crea un senso di fluidità e armonia che è intrinsecamente piacevole.
Più di Semplici Azioni: Un Senso di Appartenenza
Quando partecipiamo a un'azione collettiva e sincronizzata, il cervello rilascia neurotrasmettitori che ci fanno sentire bene. Non stiamo solo eseguendo un compito; stiamo partecipando a qualcosa di più grande di noi. Il ballo di gruppo diventa un momento di divertimento condiviso e spensieratezza. La messa si trasforma in un'esperienza di fede comunitaria e riflessione profonda. L'applauso non è solo un suono, ma un'espressione collettiva di gratitudine o entusiasmo.
Questo agire all'unisono rafforza i legami sociali. Ci sentiamo parte di una comunità, di un'identità condivisa. La conformità, in questo contesto, non è una costrizione, ma un'opportunità per sentirsi inclusi, per sperimentare la gioia di far parte di un'entità coesa.
Lo Scopo Condiviso: La Magia della Connessione
Che sia il divertimento puro di una coreografia, la ricerca di elevazione spirituale o la semplice manifestazione di approvazione, dietro ogni azione sincronizzata c'è uno scopo comune. E nel momento in cui raggiungiamo quel ritmo, quella cadenza, quell'obiettivo insieme agli altri, si crea una magia: la magia della connessione umana.
Questo ci ricorda quanto siamo creature sociali, desiderose di legami e di esperienze condivise. La prossima volta che ti trovi a battere le mani insieme a una folla, a seguire i passi di una danza o a partecipare a un rito, prenditi un momento per apprezzare questo filo invisibile. È la prova che, anche nelle azioni più semplici, possiamo trovare un profondo senso di unità e appartenenza.
Capitan Pess
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