QUANTO È, "TANTO"? LA PERCEZIONE SFUGGENTE DELL'ABBONDANZA

Ti sei mai chiesto quando una quantità smette di essere "tanta"? 

Non si tratta di una questione matematica, ma di un quesito sulla percezione. L'abbondanza non è solo una cifra, ma una sensazione di disponibilità illimitata che, spesso, diamo per scontata finché non svanisce all'improvviso.

Esploriamo come la percezione di abbondanza si trasformi in quella di scarsità, e perché c’è un punto di svolta in cui il "tanto" diventa "poco".


La Metamorfosi del Riso: Dall'Abbondanza alla Scarsità

Immagina un grande piatto colmo fino all'orlo di chicchi di riso. La sensazione è inequivocabile: sono tanti. La mente li percepisce come una riserva inesauribile.

Inizi a mangiarne uno. Poi un altro. Poi un altro ancora. Il piatto rimane, ai tuoi occhi, ancora "pieno". 

Nonostante la quantità di riso sia tecnicamente diminuita, la tua percezione di abbondanza non è cambiata. Il piatto è ancora tanto pieno.

Questo accade perché, di fronte a una quantità enorme, la rimozione di un singolo elemento è psicologicamente irrilevante. Non influisce sulla nostra percezione della totalità. Il "tanto" è radicato in una sensazione di illimitatezza, non in un numero preciso.


Il Punto di Svolta

Ma arriva un punto cruciale. Non è quando hai mangiato esattamente la metà del riso, ma quando il volume rimanente inizia a sembrare significativamente ridotto rispetto all'inizio. Forse quando puoi vedere il fondo del piatto o quando i chicchi sono sparpagliati e non più ammassati.

In quel momento, la percezione cambia bruscamente. Il piatto non contiene più "tanto" riso.

Il punto in cui i chicchi non sono più "tanti" ma addirittura "pochi" è il momento in cui l'assenza di quelli che hai rimosso diventa più evidente della presenza di quelli rimasti. La sensazione di abbondanza lascia il posto alla consapevolezza della limitazione.


Il Piatto della Vita: Quando gli Anni Non Sono Più "Tanti"

La stessa dinamica si applica in modo profondo e spesso doloroso alla nostra percezione del tempo e, in particolare, agli anni di vita.

Quando siamo giovani, il futuro appare come un piatto di riso pressoché illimitato. Abbiamo tanti anni e tantissimi giorni davanti a noi. Un giorno passa, poi un altro, poi passano gli anni e non ce ne accorgiamo. 

I giorni sembrano fluire via come singoli chicchi di riso, senza però intaccare la nostra percezione di abbondanza. La vita sembra infinita.

Ma anche per il piatto della vita, arriva il punto di svolta.

Non c'è un'età specifica, ma un momento di maturità in cui l'orizzonte si restringe. Iniziamo a guardare più al tempo passato che a quello futuro, e la sensazione di illimitatezza svanisce. Iniziamo a vedere il "fondo del piatto".

È il momento in cui l'assenza degli anni trascorsi diventa più significativa della presenza degli anni futuri. Non sono più "tanti" gli anni che abbiamo davanti, ma "pochi". Il tempo non è più un bene apparentemente illimitato, ma una risorsa preziosa e definita.


Vivere con Consapevolezza

La domanda "quanto è 'tanto'?" ci invita a riflettere sulla nostra relazione con l'abbondanza. Sia che si tratti di risorse materiali o di tempo, tendiamo a dare per scontata l'abbondanza finché non raggiungiamo la soglia della scarsità. Comprendere questo dovrebbe quindi spingerci a valorizzare ciò che abbiamo finché è ancora "tanto" e a cercare di vivere ogni giorno con maggiore consapevolezza.

Il piatto di riso invece, possiamo tranquillamente finirlo con un bicchiere di Barolo.


Capitan Pess





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