Riscoprire se stessi dopo il congedo
La fine di una relazione è spesso accompagnata da un dolore acuto, un senso di vuoto che sembra inghiottirci. Ma, come suggerisce il Professor Umberto Galimberti, la sofferenza non deriva tanto dalla perdita dell'altro, quanto dalla perdita di quella parte di noi stessi che avevamo riposto nell'amore altrui.
Galimberti ci invita a riflettere su un punto cruciale: nell'innamoramento, tendiamo a non affermare la nostra identità, ma a riceverla dal riconoscimento dell'altro. È come se la persona amata diventasse uno specchio, riflettendo un'immagine di noi che ci appaga e ci definisce. Ci sentiamo visti, apprezzati, desiderati, e in questo rispecchiamento costruiamo gran parte della nostra percezione di noi stessi.
Quando poi l'altro se ne va, questo specchio si frantuma. Ci troviamo improvvisamente privi di quell'identità che avevamo delegato all'amore altrui. Il dolore, quindi, non è solo per la mancanza dell'altra persona, ma per la messa in discussione del nostro valore intrinseco, ora che non siamo più oggetto del desiderio o dell'attenzione di chi ci ha lasciati.
La responsabilità, sottolinea Galimberti, è nostra. È nostra la "colpa" di esserci disimpegnati da noi stessi, di aver reso la nostra identità dipendente dall'amore e dall'approvazione altrui. Abbiamo affidato il nostro senso di sé a qualcun altro, invece di coltivarlo e rafforzarlo autonomamente.
Ecco perché, dopo il congedo, il vero lavoro non è cercare di recuperare la relazione perduta o convincere l'altro a tornare. Il compito più urgente e significativo è recuperare quel "noi stessi" che avevamo affidato all'altro, al suo amore, al suo apprezzamento.
Questo processo di recupero è un viaggio interiore, un'opportunità per riscoprire chi siamo al di là della relazione. Significa:
* Riconnettersi con i propri valori, passioni e interessi che magari erano stati messi in secondo piano.
* Costruire un'autostima solida e indipendente, basata sulle proprie qualità e sul proprio valore intrinseco, non sul giudizio altrui.
* Imparare ad amarsi e ad apprezzarsi, riconoscendo che la propria identità non dipende da nessuno se non da sé stessi.
La fine di un amore può essere dolorosa, ma può anche diventare una potente occasione di crescita e di trasformazione personale. È il momento di riappropriarsi della propria identità, di ricostruire le fondamenta di un "io" più forte e consapevole, capace di amare pienamente senza perdere di vista la propria essenza. È il momento di diventare, finalmente, il protagonista indiscusso della propria vita.
Capitan Pess
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