MASCHI ETERO BIANCHI

MASCHI ETERO BIANCHI


Vi siete mai chiesti come nasce uno spettacolo di stand up comedy in modo che possa essere efficace ed essere quasi certi che possa “funzionare” sul pubblico presente (e pagante)?
Certo, sono consapevole che ci siano delle questioni ben più urgenti nelle nostre (e vostre) vite da chiarire ma questo è quello che abbiamo scoperto io ed Eleonora un Venerdì qualsiasi.
Tutto nasce dalla volontà di regalarle una serata divertente nella quale poter ridere in maniera spensierata; ogni tanto ci vuole…
Passo in rassegna le varie piattaforme di ricerca eventi finchè entro un po' nel dettaglio e vado mirato sulla stand up comedy.
Anche questa è una cosa ci accomuna; vanno bene le serate di cabaret, sono divertenti e ci sono tantissimi bravi artisti ma quell’umorismo nero, cattivo e politicamente scorretto della stand up comedy risulta quasi imbattibile.
Scopro così che esistono serate considerate “tester” dove i comici provano nel vero senso del termine delle battute inedite per verificare la reazione del pubblico e capire così se quel pezzo o quella battuta può essere funzionale per poi essere successivamente inserita o meno all’interno del proprio monologo che costituirà il prossimo spettacolo da portare in tour.
Insomma, se una battuta fa ridere “quasi tutti” e “quasi sempre” nelle serate di prova, è un buon indizio del fatto che probabilmente farà ridere quasi tutti anche nelle serate ufficiali, in cui la gente paga e ovviamente ha delle aspettative da soddisfare.
E dal momento che in queste serate “prova” gli spettatori fanno da “cavie”, i prezzi e le location sono piuttosto ridotti e contenuti.
Mi sembra equo.
Così io ed Eleonora ci siamo ritrovati al Teatro Franco Parenti di Milano per assistere ad una di queste serate.
È un teatro in cui siamo già andati diverse volte ma stavolta è stato diverso perché invece di farci accomodare nella sala grande del teatro, la location era allestita in un modo molto più intimo e quasi privato o riservato, davanti agli scalini dell’ ingresso, utilizzando i tavolini del bar (circa 50 posti) e il palco era stato improvvisato con una piccola pedana sul quale si sono esibiti i comici.
Già, non il comico ma…i comici.   
Infatti la serata era stata impostata con una struttura molto interessante: 6 comici hanno provato un loro pezzo inedito della durata di 10 minuti.
E dopo aver scelto i nostri posti in un tavolino in prima fila e aver preso una birra e uno spritz (e poi un altro spritz perché quando sei alticcio e con la tua persona non solo ridi di più ma anche in maniera più genuina) ci siamo accomodati in attesa dell’inizio dei giochi sperando di non essere coinvolti in qualche tipo di improvvisazione con il pubblico (o invece forse un po' si…)
Comunque in ordine su quel palchetto abbiamo visto:
-Eleazaro Rossi (senza dubbio il nostro personaggio preferito)
-Edoardo Confuorto
-Mario Raz
-Giordano Folla
-Horea Sas
-Davide Calgaro



È stata una serata pazzesca in cui anche le battute che non hanno fatto ridere, alla fine sono state divertenti per merito della bravura degli artisti che hanno saputo correggere con commentini e improvvisazioni divertenti prendendo nota di quello che funzionava e di cosa invece no, in un clima reso veramente molto informale e leggero; e per fortuna (o purtroppo) non siamo stati oggetto di interazioni per nessuno dei sei comici.
A fine serata la cosa che ho trovato più evidente e sorprendente è stata quella di verificare come spesso non sono sempre le battute a farci ridere ma il modo in cui l’artista riesce a comunicartele con la sua interpretazione.
Un esempio su tutti, alla fine Davide Calgaro ha raccontato degli aneddoti personali che partivano senza troppe pretese; 
come la sua prima ordinazione nel banco dei salumi di un supermercato…
eppure, quel modo in cui sono stati raccontati questi aneddoti ha saputo trasformare dei racconti apparentemente neanche tanto divertenti nelle grosse risate di un pubblico che ha terminato la serata con le lacrime agli occhi.


Capitan Pess




  

Concerto Negrita

“Voglio stare bene, sopra questa barca che va e non va”


E’ arrivato il giorno, l’attesa finalmente è finita…

Torno a rivivere le emozioni intense di un concerto con Eleonora; 

dopo aver visto i Dirty Honey (il suo primissimo concerto), TaoVox con il suo meraviglioso Love Bus Experience, Tommaso Paradiso (con la canzone della nostra relazione) e i grandi The White Buffalo, oggi arrivano all’Alcatraz di Milano i Negrita.

Sono in uscita con il loro ultimo album “Canzoni per anni spietati” che promette davvero bene perché  pieno di belle canzoni nel classico stile Negrita.

Questa è già una bella conferma; in un panorama musicale dove i nuovi artisti non durano fino a domani e i vecchi cantanti sono quasi costretti a snaturarsi per cavalcare anche i tempi moderni, i Negrita mantengono il loro stile unico fatto di proteste, di ballate e di testi sempre profondi e mai banali.

Ovviamente non sono un critico musicale ma questo è quello che mi sembra.

Ho ascoltato i Negrita fin dai loro debutti quando hanno aperto un leggendario concerto del Liga a San Siro e li ho ascoltati tantissimo nei loro primi album; poi mi sono un po' allontanato per riavvicinarmi ancora alla loro musica negli ultimi anni.

Ho scoperto che per me ormai sono rimasti una piacevole conferma e credo proprio che il tempo degli allontanamenti sia finito.

Questo album è una bomba, fatico a trovare una canzone meno bella delle altre e oltretutto piacciono tanto anche ad Eleonora quindi ho pensato di regalarle questo concerto.

L’inizio era previsto per le ore 21 ma i cancelli avrebbero aperto per le 19 e noi, seguendo ormai il nostro consueto rito, siamo arrivati puntuali davanti ai cancelli ancora chiusi senza dubbio tra le prime 50 persone.

Una mezz’oretta di attesa esposti ad un vento freddo e alla minaccia di pioggia (per fortuna non concretizzata) chiacchierando tra di noi e con altri ragazzi e poi finalmente si è entrati.

Dopo una piccola sosta obbligata al bar, con le nostre due birrette abbiamo preso posto sotto il palco, davanti alle transenne leggermente spostati sulla sinistra ma senza dubbio in una posizione invidiabile.

Nessun gruppo di supporto, nessuno striscione o logo della band, tutto molto minimal ma non appena i Negrita sono entrati sul palco hanno caricato con la loro energia tutto il locale.

Impossibile non farsi coinvolgere.

Impossibile davvero.

In un mix di canzoni storiche e canzoni del nuovo album ci hanno fatto vivere una serata magica e ci hanno lasciato la sensazione di aver trascorso una festa tra amici perché i Negrita con le loro canzoni ci hanno accompagnato da quando eravamo (ed erano) solo dei ragazzi trasmettendoci ancora una buona dose di nostalgia per i tempi in cui eravamo tutti più spensierati e i tempi forse erano meno crudeli (o forse lo erano solo in modo diverso).

Ma quando hanno chiuso con “gioia infinita” il messaggio è stato bello e positivo; 

impegnamoci affinchè i buoni sentimenti e l’amore siano più forti delle guerre, del consumismo, dell’ipocrisia di questa società, della superficialità dilagante e di questi tempi ostili.


Ecco la scaletta del concerto:

INTRO: Give peace a change

1. Nel blu

2. Non esistono innocenti amico mio

3. Bambole

4. Provo a difendermi

5. Che rumore fa la felicità

6. Brucerò per te

7. Il gioco

8. In ogni atomo

9. Song to Dylan

10. Ho imparato a sognare

11. Ama o lascia stare

12. Radio Conga

13. Il libro in una mano, la bomba nell’altra

14. Rotolando verso Sud

15. Il giorno delle verità

16. Noi siamo gli altri

17. Cambio

18. Mama Maè


BIS

19. Ehi! Negrita

20. A modo mio

21. Gioia infini

ta

OUTRO: What a wonderfull world



Capitan Pess




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